La scelta cruciale di Crucial
Pubblicato il 04/12/2025 da Rolenzio | Tag: crucial, ram, datacenter
La decisione di Crucial, storica azienda nella produzione di RAM e supporti di storage (hard disk, chiavette USB, ecc.), di chiudere il segmento di vendita destinato ai consumer (per intenderci, noi comuni mortali) per concentrarsi esclusivamente sul settore dei grandi datacenter dedicati all’AI, ha suscitato non poco sgomento, e anche io ci sono rimasto un po’ di merda.
Non è che io sia un appassionato del marchio o chissà cosa, ma pensare che un’azienda che ci ha accompagnato nella costruzione dei nostri PC per più di 30 anni decida di mandarci tutti a fare in culo per inseguire una ipotetica “gallina dalle uova d’oro” mi sembra davvero un gesto di cattivo gusto. Da questo si capisce che le grandi aziende seguono solo ed esclusivamente il profitto, la moda del momento, nella speranza di spremerla il più possibile.
Tutto questo mi fa riflettere su un aspetto che ho riscontrato anche in alcune discussioni su Reddit: il fatto che potrebbe prospettarsi un futuro in cui la potenza di calcolo nelle mani dei singoli verrà progressivamente tolta in favore di sistemi centralizzati, che la distribuiranno solo previo pagamento di abbonamenti salati. Vuoi usare i tuoi programmi preferiti? Paga un abbonamento. Vuoi giocare? Paga un abbonamento. Vuoi generare le tue immagini stupide con l’AI in locale? Mi dispiace, non puoi: i modelli sono troppo pesanti per una GPU consumer, quindi… paga un abbonamento.
La nostra vita è costellata da continui inviti ad abbonarci a qualsiasi cosa. Lasciateci almeno il diritto di avere un PC decente per lavorare in santa pace. Lasciateci la libertà di usare i programmi che abbiamo pagato (o no). Se voglio comprare un banco di RAM, oggi lo pago il doppio per colpa di questa corsa all’oro dell’AI. Aspetto con gloria il giorno in cui questa bolla colossale esploderà e, forse, aziende come Crucial — che hanno sputato nel piatto dove hanno mangiato per anni — torneranno a considerarci.
Non mi arrenderò mai all’idea di dover pagare per non possedere niente. Se lo faccio, è solo per cause di forza maggiore. Riflettiamo su dove stiamo andando: la centralizzazione di Internet e della potenza di calcolo fa ribrezzo solo a pensarci. Preferisco un mondo frammentato e caotico piuttosto che uno centralizzato in cui poche persone dettano legge.
Il problema è un altro, e spesso noi giriamo mettiamo la testa sotto la sabbia. Non è solo che le aziende inseguono il merò profitto ma il fatto che il nuovo modello di business si basa sulla nostra dipendenza. Piu ci tolgono il controllo su ciò che normalmente era nostro più diventiamo clienti abbonati a nostra più o meno insaputa. Questa per voi è innovazione ? Quanta libertà siamo disposti a cedere in cambio di una comodità che non controlliamo più?