Come Tik tok assomiglia sempre più ad un canale di televendite anni 90
Pubblicato il 11/11/2025 da Rolenzio | Tag: televendite, tik tok, anni 90
Chi di voi ha vissuto l’infanzia o l’adolescenza tra gli anni ’90 e i primi 2000 ricorderà sicuramente il bombardamento di televendite sulle reti private locali, condotte dai cosiddetti “teleimbonitori”. Ogni regione aveva i propri canali, ma molti di quei personaggi sono diventati veri e propri simboli di quell’epoca televisiva, riuscendo a superare i confini regionali. Ricordo il mitico “Baffo” Roberto da Crema, con la sua asma ritmica, o Sergio Baracco e le sue parure di diamanti vendute a poche lire (in quegli anni l’euro era ancora un miraggio…), per non parlare della controversa regina delle televendite, Wanna Marchi.
Questi personaggi, loro malgrado, hanno fatto la storia della TV italiana e oggi occupano posti d’onore nelle playlist di “trash italiano” su YouTube. Ricordo i pomeriggi e le nottate passate a fare zapping tra un canale e l’altro, alla ricerca di “materiale interessante”, e mi imbattevo spesso in televendite di ogni tipo: dalle pentole ai rulli per la pittura, fino alle pillole dimagranti “giorno e notte”. Era uno spasso osservare come bastasse poco per far abboccare le persone a qualsiasi “offerta imperdibile”.
Oggi molti avranno notato come TikTok sia diventato, di fatto, una sorta di super rete privata, dove le pause sono rappresentate dai video “normali”. In questi giorni, durante brevi sessioni di utilizzo, mi sono reso conto che la piattaforma è ormai un telemarket continuo. Ogni due video compare un contenuto sponsorizzato o un finto contenuto “organico”. Mi spiego: TikTok ha recentemente aperto il suo marketplace online e, com’è ovvio, ha tutto l’interesse a spingere gli utenti verso l’acquisto.
Molti creator si sono lanciati in questa nuova opportunità, e basta scrollare per un paio di minuti per accorgersene. I contenuti non sono realizzati male, anzi: sono studiati per non dare fastidio. Siamo diventati allergici agli annunci diretti e martellanti e desideriamo contenuti “autentici” — o almeno che lo sembrino. Su TikTok spesso non ti rendi nemmeno conto di stare guardando una pubblicità: le scene sono curate, talvolta divertenti, e se non fosse per il piccolo bollino “Pubblicità” sarebbe davvero difficile distinguerle.
A mio avviso, questo è un meccanismo sottile e perverso: ti fa sentire leggero, non infastidito, dandoti l’illusione che la pubblicità non ci sia. In realtà, è molto più presente e invasiva di quanto sembri. Ne ha parlato di recente anche il tiktoker “Accorcia Bro” nel suo ultimo video, arrivando perfino a dire di preferire Facebook.